E se ognuno stesse al proprio posto?

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COMUNICATO STAMPA AC GROUP NUOTO 2000 NAPOLI

La partita tra WP Palermo e AC Group Nuoto 2000 è stata una partita dai due volti, due facce di una stessa medaglia che è la NOSTRA pallanuoto. Un lato, quello tecnico, che ha visto due squadre in acqua affrontarsi a viso aperto e che hanno come unico obiettivo i tre punti in palio. Entrambe le squadre hanno messo in mostra tutte le loro armi per aggiudicarsi la posta in gioco: l'estro tecnico dei singoli, la furbizia tattica degli allenatori, la lucidità nel trovare l'unica giocata possibile in una situazione avversa, le doti fisiche per avere la meglio sull'avversario. Si potrebbe continuare ancora a lungo per trovare spunti per raccontare una partita di pallanuoto dove una squadra, la nostra, al cospetto di una formazione molto forte per la categoria come la WP Palermo, ha giocato non solo alla pari, ma ha addirittura oscurato il livello tecnico dell'avversario e ha quindi ragionevoli motivo per rammaricarsi per una sconfitta che non rende merito all'ottima prestazione dei nostri ragazzi. La WP Palermo dal canto suo ha fatto la sua prestazione, che non sta a noi giudicare dal punto di vista tecnico, ma che per larghi tratti dell'incontro è apparsa visibilmente in difficoltà contro un AC Group Nuoto 2000 meritevolmente avanti nel punteggio per 3/4 di gara e che solo nel finale grazie alle occasioni giuste è riuscita a ribaltare il risultato e portare a casa la tanto agognata posta in palio. L'altra faccia della medaglia è quella regolamentare che non merita commenti, ma una profonda e onesta riflessione. Il commissario di gara o delegato è una figura importante per la crescita degli arbitri in quanto “ha il compito di compilare una relazione nella quale è prevista la valutazione della prestazione e delle competenze degli Ufficiali di Gara impiegati, secondo i criteri stabiliti (cfr. Art 21- comma 4 Regolamento del GUG)”. Il delegato può eventualmente svolgere inoltre un ruolo di raccordo tra l'operato dell'arbitro e la registrazione degli eventi da parte della giuria. Il delegato quindi non ha ragione di poter intervenire attivamente su ciò che accade all'interno del gioco o addirittura giudicare direttamente la condotta dei giocatori durante la partita, onde evitare una chiara delegittimazione e interferenza circa l'operato dell'arbitro che a sua volta può essere condizionato e divenire non più imparziale, in quanto quello stesso operato sarà poi oggetto di valutazione da parte del delegato di cui sopra. Quello a cui centinaia di testimoni, in piscina dal vivo e a casa tramite diretta streaming sui canali social, che però è stata prontamente rimossa, hanno assistito durante la nostra partita è che l’arbitro è stato, né più né meno, delegittimato e condizionato dalla presenza del delegato a bordo vasca durante le fasi finali dell’incontro. Ad ulteriore testimonianza di quanto sostenuto è doveroso denunciare anche l’atteggiamento intimidatorio e accusatorio assunto dallo stesso delegato difronte ai nostri giocatori. In più occasioni, in seguito ai ripetuti duri scontri di gioco, alcuni nostri giocatori lamentavano le conseguenze di scontri fisici ad altissima intensità, chiedendo pertanto l’intervento del medico di servizio, il quale era sempre accompagnato dal suddetto delegato e quest’ultimo non si limitava a sincerarsi delle condizioni fisiche e di salute degli atleti, ma li accusava, con l’atteggiamento già menzionato, di condotta antisportiva. Questo atteggiamento del delegato ha influito in modo determinante sulla condotta del direttore di gara che di fatto ha giudicato quasi sempre come veniali le situazioni di gioco a nostro favore. Tutti quanti hanno potuto così constatare che se in un primo momento la condotta arbitrale seguiva una linea ben precisa, non senza errori da una parte e dall’altra, in un secondo momento la condotta arbitrale è stata fortemente viziata da una presenza che si è rivelata ingombrante come quella del delegato, che di fatto ha influenzato negativamente un arbitro che stava facendo la sua onesta partita e che suo malgrado ha cambiato il suo metro di giudizio. E’ accettabile che certe figure possano sentirsi in diritto-dovere di avere atteggiamenti cosi invadenti e inopportuni come quello raccontato? Per la serenità degli arbitri stessi non sarebbe opportuno che prendano posto in tribuna, lontano dal campo di gioco e dal raggio di azione dell’arbitro, e poi a fine gara rendicontare tutte le valutazioni sul loro operato? Non sarebbe opportuno che la federazione tuteli i suoi tesserati, affidando partite di vertice ad arbitri più esperti, soprattutto se si tiene conto che la Serie A1 è ferma?

 

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